Conto cointestato, uno strumento molto utilizzato, ma che può avere delle insidie da non ignorare. Il dettaglio da ricordare.
Uno degli strumenti più usati da famiglie e risparmiatori nelle attività bancarie è senza dubbio i conto cointestato. La sua diffusione è dovuta alla praticità che consente un uso comune tra i titolari, dove versare, prelevare e fare operazioni di vario genere, come un qualsiasi altro conto corrente.
L’apertura di un conto del genere è semplice: si deposito in banca la propria firma in originale, il codice fiscale una copia del documento di identità. Le sue caratteristiche lo rendono quindi utile non solo per le società, tra soci per esempio. Ma anche per le famiglie e per le coppie alla ricerca di uno strumento dove raccogliere i risparmi comuni e svolgere le operazioni con facilità. Ma attenzione a questo aspetto.
Quindi molto utile per le coppie sposate e non. Ma cosa succede in caso di separazione o divorzio, soprattutto se non c’è un accordo tra le parti? Le cose si complicano maledettamente. La sentenza della Corte di Cassazione numero 1643 del 23 gennaio 2025 ha chiarito che il denaro depositato in un conto cointestato appartiene al soggetto che materialmente ha versato il denaro, anche in presenza di una doppia intestazione. Il conto cointestato implica che gli intestatari siano creditori o debitori solidali nei confronti della banca. Ma questa supposizione si supera, dimostrando la provenienza delle somme depositate sul conto.
Nella sentenza in questione la Cassazione ha accolto il ricorso di una donna che chiedeva la restituzione di 200mila euro, prelevati dal marito. La motivazione era che la raccolta del deposito era avvenuta quasi del tutto da assegni circolari intestati alla donna. Quindi nonostante il conto cointestato, il denaro apparteneva alla ricorrente. Infatti la contitolarità di un conto non determina in automatico la comproprietà del denaro.
Quindi se un contitolare dimostra che il denaro depositato gli appartiene, per l’altro non c’è nulla da fare. Questo vale soprattutto per gli strumenti finanziari nominativi come gli assegni circolari. In caso di divorzio o separazione è necessario determinare chi ha effettivamente alimentato il conto. Quindi per eliminare il pericolo di liti in caso di divorzio meglio conservare tutta la documentazione relativa ai depositi.
Mettere da parte copia degli assegni, dei bonifici, delle operazioni che dimostrano chi ha effettuato il versamento, chiarendo gli accordi per le somme destinate ad uso comune. Con attenzione ai prelievi, perché chi preleva senza accordo potrebbe essere costretto a restituire le somme.
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